«L’“incanto che non so dire”: unicità e unicismi procedimentali nel governo del territorio»: è stato pubblicato nella rivista di classe A federalismi.it e nel sito ufficiale del Consiglio di Stato giustizia-amministrativa.it il recentissimo saggio di Pier Luigi Portaluri sui rapporti fra diritto urbanistico e normazione PNRR.

Il nostro ordinamento, infatti, insegue da tempo il sogno di un procedimento unico al cui interno si formi la decisione finale rilevante per il governo del territorio, sopra tutto con riguardo a interventi puntuali. Tramontato – per l’intervento della Consulta – il tentativo di costruire il modello affidandolo alla competenza comunale in senso antiregionalista, il diritto legislativo si orienta ben presto in senso opposto, nel senso cioè di comprimere l’autonomia dei municipi, il cui dissenso è più facilmente superabile in conferenza di servizi. È di nuovo la Corte costituzionale a stabilire il punto di equilibrio, muovendosi nella logica del principio di proporzionalità. L’irruzione della normazione PNRR sembra disegnare oggi un assetto molto più improntato al principio di unicità, sia pure con i dubbi residui circa la nuova disciplina del PAUR. Il timore, adesso, è che si affermi un unicismo assiologico il quale – pur asserendo d’esser coerente con le istanze di tutela ambientale ed ecologica – persegua in realtà finalità di profitto. 

Il creazionismo giudiziale può così muovere per inesplorate “avventure del giuridico”. Come la tutela del sovrapersonale senza prossimità fisica al luogo di impatto del provvedimento: le ipotesi di una vicinitas assiologica e culturale.

Poi l’ultima frontiera, i diritti trans-soggettivi: per nuove legittimazioni processuali verso una solidale Mobilisierung.